Doppio 0, integrale, di kamut o d’Orzo …. e tu, di che farina sei?
Doppio 0, integrale, di kamut o d’Orzo …. e tu, di che farina sei?
Ci avete fatto caso? Scorrendo gli scaffali dei supermercati si possono osservare tantissimi tipi di farine, dalle più conosciute, come la farina di segale, alle più particolari, come quella di soia.
Ma a cosa servono tutte queste farine?
L’Academy of Nutrition and Dietetics americana, per supportare i consumatori, ha recentemente messo a punto un mini manuale che riunisce le caratteristiche dei vari prodotti, uno strumento utile per scegliere di volta in volta la farina più adatta.
A cominciare dalle farine di orzo, segale o avena, le quali danno un apporto di fibre molto interessante, ma non permettono una lievitazione ottimale. Se si vogliono usare per preparare pane o torte, vanno mescolate alla classica farina di grano.
La farina di soia è invece ricca di proteine, calcio, ferro e magnesio. Il suo utilizzo ideale è per la preparazione della pastella: la farina di soia crea infatti una croccante crosta naturale che riduce l’assorbimento dei grassi in fase di frittura.
Pochi sanno che la farina di patate, se mescolata con quella tradizionale, aiuta a trattenere l’umidità e contribuisce ad allungare la durata del pane.
Le farine di riso e di mais sono poi le uniche possibili per chi soffre di celiachia, perché assolutamente prive di glutine, anche se sono più povere di nutrienti rispetto alle altre.
Integrale è meglio.
Secondo i nutrizionisti sarebbe comunque opportuno limitare l’uso della farina “00”, la più raffinata di tutte. Ad esempio, le farine tipo 1 e 2, meno raffinate, sono utilissime per aumentare il contenuto di fibre nella nostra dieta.
A tal fine è anche consigliabile scegliere farine macinate a pietra, in modo più grossolano: queste hanno residui meno aggredibili durante la digestione, e perciò aiutano da un lato il transito intestinale, e dall’altro non alzano troppo il picco glicemico dopo i pasti