Cosa non mangiare in gravidanza

Cosa non mangiare in gravidanza

L’alimentazione durante la gravidanza

La scelta dei cibi che compongono l’alimentazione della donna durante la gravidanza richiede un’attenzione particolare.  Infatti, se da una parte lo scopo è di assicurare l’apporto di calorie e nutrienti ottimale per sostenere la crescita del feto e la salute della madre (non troppo basso, ma non è necessario mangiare per due!), dall’altra è essenziale garantire in ogni momento la massima igiene anche in cucina, per metterli al riparo dal rischio di contrarre tossinfezioni, come quelle da Toxoplasma, o da Salmonella, batteri che possono essere veicolati da alcuni alimenti.

L’importanza dell’igiene alimentare

La contaminazione degli alimenti può avvenire al momento della loro produzione, durante la loro preparazione, o anche dopo la cottura e in molti casi non comporta modificazioni visibili in termini di colore, odore e sapore. Per questo è importante rispettare tutte le norme di igiene alimentare: selezionare prodotti di qualità e sicuri (privi quindi di contaminazioni), rispettando la data di scadenza (specie di quelli freschi); conservarli integri (o in confezioni integre) e in condizioni ambientali ottimali; lavare sia le mani (prima, durante e dopo la preparazione degli alimenti) e sia il piano di lavoro e gli utensili che si usano per la preparazione; infine evitare di consumare alimenti crudi e cucinare controllando che la cottura sia completa.

Quali sono i cibi a rischio?

Conoscere gli alimenti a rischio di contaminazione è tuttavia la prima regola, soprattutto durante la gravidanza, quando l’infezione può mettere in pericolo il bambino. Le linee guida per una sana alimentazione e l’Istituito Superiore di Sanità raccomandano di evitare principalmente latte crudo e i formaggi derivati, il fegato e tutti i prodotti derivati, i cibi pronti crudi o semicrudi, la carne e il pesce crudi o poco cotti, i frutti di mare e le uova crude (o poco cotte) e i derivati. Anche frutta e verdura possono venire contaminate durante la preparazione, se si usano utensili e superfici non sanificati.

Attenzione alle uova crude

In particolare, per quanto riguarda la Salmonella, le uova contaminate sono le principali responsabili di infezioni nel mondo. Spesso si trascura la potenziale carica infettiva del guscio: basta una piccola incrinatura o il contatto con il batterio al momento della rottura per determinare la contaminazione.  Per scongiurare il rischio di tossinfezione durante la gravidanza è necessario consumare esclusivamente uova pastorizzate e cotte almeno a 70 °C (la temperatura necessaria per distruggere il microrganismo), evitando tutte le preparazioni a base di uova crude (o non sufficientemente cotte), come la maionese fatta in casa, le salse, le creme, il tiramisù e i gelati. Attenzione: il rischio ci può essere anche quando la cottura non è completa, come nel caso dell’uovo all’occhio di bue con il tuorlo ancora liquido.

Bibliografia di riferimento


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