A ciascuno il suo sonno

A ciascuno il suo sonno

Per molti il momento del risveglio mattutino rappresenta un vero e proprio trauma. La sveglia è una nemica tirannica da zittire rapidamente, la forza di gravità ci tiene incollati al letto con inaudita forza e l’unico pensiero che riusciamo a formulare è sempre lo stesso: “Questa sera andrò a letto più presto, per dormire qualche ora in più”.

 

Sappiamo già bene che fine vedrà questo buon proposito, travolto da film in seconda serata, serie TV in streaming, irrinunciabili letture e infinite navigazioni in internet. Dormiamo cinque, sei ore al massimo, e il fine settimana cerchiamo di rimediare a questa condotta scellerata spostando la sveglia in avanti di qualche ora, per poi lamentarci di aver dormito troppo e di non sentirci comunque riposati.

 

Che fare quindi? L’ideale sarebbe dormire ogni notte un numero di ore sufficiente a rigenerarci sia nel corpo che nello spirito, ma siamo sicuri di sapere quale sia la quantità giusta di tempo che dobbiamo concederci? Tralasciando antichi detti e filastrocche che individuano in 8 ore la durata ideale del sonno, gli studi più o meno seri che si sono occupati di questo problema sono innumerevoli e i risultati emersi non sembrano venirci incontro con dati certi e univoci.

 

Le variabili in gioco sono molte e tra queste l’età ricopre un ruolo rilevante. Semplificando,  sulla base di vari studi scientifici possiamo dire che più s’invecchia e meno sono le ore di sonno necessarie: un dato che a essere sinceri non meraviglia affatto e al quale si può giungere  semplicemente osservando le abitudini dei bambini e dei nostri nonni! Non dimentichiamo inoltre che anche la qualità del sonno è essenziale nel determinare a che ora dovremmo coricarci o regolare la sveglia e che dormire poche ore può risultare più soddisfacente che rigirarsi tra un incubo e l’altro per tutta la notte.

 

Se non vogliamo inoltrarci in complicati calcoli sulla durata della fase REM del sonno e su come sia possibile valutare in termini scientifici la qualità della nostra veglia, potremmo quindi considerare di procedere per imitazione, ispirandoci a qualche grande personaggio: i più coraggiosi potrebbero imitare Napoleone, Thomas Edison e Margaret Tatcher, i quali non dedicavano al sonno più di quattro ore per notte. Anche Winston Churchill dormiva solo quattro ore, ma almeno si concedeva (senza strappi alla regola) un pisolino di 90 minuti dopo pranzo.

 

Barack Obama e Bill Gates ci offrono esempi più accessibili, concedendosi rispettivamente 6 e 7 ore di sonno per notte; se però vogliamo trovare conforto nel più noto genio del ventesimo secolo, Albert Einstein, allora potremo dormire per 11 ore filate senza alcun senso di colpa.

 

Tutto questo senza considerare il sonno polifasico: secondo alcuni studiosi, la formula più efficace per riposarsi prevede che si distribuisca il sonno su più riposini nel corso del giorno e della notte; Leonardo Da Vinci pare ad esempio che dormisse solo mezz’ora ogni 4 ore: fate il conto delle ore di sonno complessive e decidete se avete il coraggio di provare!


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