Il colesterolo nelle donne: come e quando intervenire

Il colesterolo nelle donne: come e quando intervenire

Si sente talvolta dire che il colesterolo è meno pericoloso per le donne che per gli uomini. Ma è
proprio vero? L’affermazione contiene in effetti una parte di verità.
Cominciamo col dire che il colesterolo alto non è di per sé una malattia, ma una condizione di
rischio, che comporta una maggiore probabilità di essere colpiti da malattie cardiovascolari,
come l’infarto di cuore. Malattie che, in realtà, colpiscono la popolazione femminile come quella
maschile, ma con un ritardo di almeno 10 anni a favore delle donne: per loro il rischio è basso
almeno fino ai 60 anni, mentre per l’uomo inizia ad aumentare già verso i cinquant’anni.


È una questione di ormoni
La protezione per la donna dipende soprattutto dagli ormoni femminili, gli estrogeni, che sono
efficaci, tra l’altro, nell’aumentare i livelli di colesterolo HDL, il cosiddetto colesterolo buono,
che in concentrazioni elevate segnala un rischio più basso di sviluppare le malattie cardiovascolari.
La produzione di questi ormoni, da parte delle ovaie, si riduce tuttavia fino a cessare con la
menopausa: da questo momento in poi il colesterolo buono comincia a scendere, fino ai valori tipici
dei soggetti di sesso maschile della stessa età e anche il rischio di infarto, nel tempo, diventa più
simile a quello dei coetanei.


Come e quando è opportuno intervenire
Per una prevenzione efficace è importante adottare uno stile di vita favorevole già ben prima della
menopausa: vale a dire un adeguato livello di attività fisica associato a un’alimentazione
appropriata, nella quale sia ridotto l’apporto di grassi saturi (presenti tipicamente negli alimenti di
origine animale) e che sia ricca invece di grassi insaturi (e in particolare di acido linoleico,
contenuto in molti oli vegetali) e di frutta, verdura e cereali integrali, e quindi di fibra alimentare.
È invece meno importante di quanto si pensava fino a qualche tempo fa prestare attenzione al
colesterolo contenuto nei cibi (come le uova e i crostacei): oggi, infatti, sappiamo che la maggior
parte del colesterolo che circola nel sangue viene prodotto dal fegato e non è assorbito dagli
alimenti.
Anche bandire i formaggi, per il contenuto di grassi saturi e sale, non sembra così rilevante:
secondo gli studi più recenti, infatti, in quantità ragionevoli i formaggi possono essere consumati
anche dalle persone che hanno problemi di colesterolo. Tra l’altro le donne tendono con la
menopausa ad andare incontro all’osteoporosi, che il calcio contenuto nei latticini aiuta invece a
prevenire.


E quando il colesterolo è alto?
Quando l’obiettivo diventa invece abbassare il colesterolo, gli strumenti sono principalmente gli
integratori (o alimenti funzionali), se i valori sono solo lievemente più elevati della norma e il rischio
complessivo è basso, e i farmaci, quando i valori sono decisamente elevati e/o il rischio è alto. La
strategia ottimale va comunque valutata di volta in volta, considerando il quadro generale, dal
medico, a cui spetta la decisione finale al proposito.


Bibliografia
● Istituto Superiore di Sanità. Il rischio cardiovascolare nella donna https://www.epicentro.iss.it/materno/8marzoCardio
● Nutrition Foundation of Italy Il controllo non farmacologico della colesterolemia
https://nutrition-foundation.it/pubblicazioni/il-controllo-non-farmacologico-della-colesterolemia/
● Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. Il rischio cardiovascolare
https://www.sigo.it/wp-content/uploads/2015/10/09Menop_Risch_cardiov.1831.pdf


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